La Rete nel fango.
Una giovane parlamentare è stata
illegalmente rovistata nella sua posta elettronica. Ignoti hackers, violando il
sistema informatico della donna, hanno rubato le sue mail e si dicono pronti a diffonderle
in Rete. Un quotidiano le ha ricevute e,senza fare direttamente il nome della
deputata, ha descritto il contenuto del materiale fotografico “intimo” che
sarebbe stato allegato alle stesse mail.
Grave il reato di chi ha violato
la riservatezza della parlamentare, altrettanto grave il comportamento del
quotidiano che in modo suggestivo non ha pubblicato le foto ma le ha “descritte”;
non ha fatto direttamente il nome della donna ma ne ha disvelato connotazioni
che ne facilitano l’identificazione.
Ricordo che la Suprema Corte di
Cassazione ha più volte segnalato che si può diffamare anche in modo “indiretto”,
ricorrendo a “suggestioni” o furbizie che “dicono e non dicono”.
Insomma andare a strascico nei
fondali fangosi non immunizza da colpa.
Se vai per fango,cerchi
sporcizia.
E diffami!