Congressi
o Convivialità? (fam)
La
notizia del passaggio da toga a Toga da parte di Ingroia mi ha rovinato l'altro
giorno il desinare!
Un
desinare peraltro già abbondantemente rovinato dalle sparate quotidiane di
gente come Ghedini e Longo.
Non
sia giudicato "blasfemo" l'accostamento!
Io
sono per un'Avvocatura certo coriacea, battagliera, pugnace ma...ma non amo le
collateralità. Il cliente deve rimanere cliente. L'Avvocato deve rimanere
Avocato.
Non
mi piace un avvocato che fa le leggi per salvare il culo al proprio cliente.
Non
mi piace l'ex magistrato che si mette a fare l'avvocato della "sua
causa".
Non
so cosa accadrà a Genova. Non so se si metteranno finalmente le dita (le mani
intere!) nelle piaghe da decubito di un'Avvocatura che sta diventando pascolo
sdraiato di volgarità.
Siamo
afflitti dal sovrannumero! E non alziamo un dito!!
Un
esercito di neo-penalisti affolla gli Albi e spesso martirizza il processo. E
noi?? Ci rifugiamo nella Turris Eburnea della Specialità o invece prendiamo le
armi (le uniche che vogliamo e sappiamo
usare: cervello e passione!) e diciamo “BASTA”?
Non
è dato sapere ,al momento.
Ah
già, dimenticavo, noi non vogliamo essere sindacali. Perchè il sindacalismo è cosa
volgare nevvero?? Ma mi faccia il piacere!! Diceva Antonio dè Curtis!
La
sindacalità è cosa buona e giusta!
Se
UCPI non vuole essere il volano di una lotta per la Liberazione dell’Avvocatura
Penale allora occorrerà guardare oltre. Occorrerà che “coloro che hanno buona
volontà e schiena dritta” si prendano il carico del moribondo e facciano scelte
coraggiose, altro che cure palliative!
Dobbiamo
partire dal basso. Non è possibile dare a chiunque lo chieda un attestato per
difendere la povera gente.
Non
è possibile che restiamo schiacciati nella dicotomia tra “berlusconismo e
magistratura combattente”.
Occorre
sganciarsi da tutto e da tutti e rivendicare una nuova frontiera, un NEW DEAL .
Le
bandiere devono essere: specializzazione , sindacalità, attuazione del giusto
processo, terzietà del giudice!
E
per ottenerli occorre scendere dalle sale congressuali , dai convegni
universitari e andare tra la gente. Spiegare in ogni sede e recitare pubblicamente
il “mea culpa” per i nostri errori.
Senza
una svolta la nostra “missione” diventerà definitivamente un mestiere come gli
altri, piegato alla logica delle liberalizzazioni selvagge, al mercato, al
profitto.
Tentiamo
ancora una volta.
Quando
smetteremo anche di tentare allora sarà finita davvero!