domenica 23 febbraio 2014

L'insostituibile funzione del Penalista (fam)

L'avvocato penalista non difende il reato! Difende il diritto di ogni essere umano ad un giusto processo. Senza un difensore competente,coraggioso,libero,determinato, il processo sarebbe una farsa! E la "civiltà del diritto" diventerebbe barbarie!

(fam)

martedì 11 febbraio 2014

Lettera a un avvocato di Cagliari.




Caro amico ti scrivo, così smetto di distrarmi e mi concentro su quello che stai facendo, tu ed altri colleghi della tua Terra.
Da quando siete partiti con la vostra battaglia la novità è che, da questa parte del continente, di qua dal mare, abbiamo cominciato a parlarne.
E si sente di tutto.
C’è chi ha deciso di stare con voi e chi, inguaribilmente amante dello status quo, tifa per un vostro ammorbidimento. Lo considera naturale, dice che tutto finirà per decantarsi da solo.
Ho saputo che la Commissione di garanzia vi ha intimato di rivedere la vostra delibera sull’astensione. E’ solo un caso che l’estensore sia un vecchio Pubblico Ministero?
Comunque, come ti dicevo, da queste parti… parliamo. Ovviamente ho sentito anche dire che la vostra proverbiale “testa dura” alla fine potrebbe persino avere la meglio ed essere da traino per gli altri che stanno alla finestra.
Non ti nascondo che mi avete spiazzato! Il riferimento che avete fatto alla “difesa di principi costituzionali” mi ha colpito.
Ma in effetti solo leggendo l’art. 24 della Costituzione c’è da capire perché vi siete tanto arrabbiati.
“tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti…”, sì ,certo, ma se poi l’accesso alla giustizia diventa un percorso di guerra hai voglia a declinare la Costituzione! Se la Giustizia diventa accessibile solo ai ricchi la Costituzione piange!
Vai avanti nella lettura e trovi che “la difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento” , poi incontri davanti al Tribunale il giovane collega che con dignità e sacrificio veste la Toga della difesa d’ufficio e ti mostra tra le mani un decreto di liquidazione di 50 euro per un’udienza per la quale ha studiato due giorni.
Ah.. se poi fai un salto di un centinaio di articoli arrivi al 111! Processo equo in condizioni di parità! Ma come fa ad essere equo un processo nel quale chi decide svolge lo stesso percorso di carriera di chi accusa? Viene magari giudicato ,in una commissione disciplinare promiscua, da chi per funzione accusa. E viceversa. E l’autonomia? E la libertà da ogni condizionamento? Un mistero, ma di quelli grossi, enormi. Un mistero della fede (perdonami la f minuscola..).
Insomma capirai che da queste parti, anche se molti con forme di esasperato snobismo, tifano per il vostro fallimento io invece mi sento un po’ impotente.
Vorrei essere lì con te. Magari finirà che prendo una nave, una barca a vela così sarà il vento a spingermi dalle tue parti. Sono romantico, dici, e invece c’è bisogno di azione?? Già, hai proprio ragione! Ma forse mi sono arrugginito col tempo, e lo sforzo tuo e degli altri amici mi ha generato un profondo senso di colpa.
Ora ti lascio. Perdonami se ho scelto di scriverti, forse ti aspettavi qualcosa di diverso da una semplice lettera di incoraggiamento. Chiuderò la busta e mi sentirò in colpa perché forse dovrei fare come te. E chi può dire che, andando avanti, non ne trovi il coraggio? Intanto ti abbraccio. Abbracciami tutti gli altri e mandami tue notizie appena potrai.

Tuo,Francesco.

lunedì 10 febbraio 2014

Ma l’approdo deve essere la Separazione delle Carriere! (fam)




Sono con i colleghi avvocati di Cagliari! Hanno iniziato una battaglia importante, difficile, totale.
Non è facile deliberare un’astensione ad oltranza dalle Udienze! Ancor più difficile mantenerla nel tempo. Ma le sfide, quando nascono piccole, se le porta il primo vento che passa. Quelle più ambiziose possono sì fallire, ma se riescono segnano cambiamenti epocali.
L’avvocatura italiana è ormai mortificata da una legislazione che ha fatto della Giustizia un affare per ricchi. I ceti meno abbienti sono sacrificati sull’altare di una politica economica dissennata che vuole “guadagnare” anche sui diritti, magari tagliando le voci di spesa.
Ma un Paese dove l’accesso alla Giustizia è disseminato di ostacoli non è un Paese civile, né Giusto!
Sono un penalista, non potrei tacere su quello che è l’equivoco che si protrae da sempre: Giudice e Pubblico Accusatore non possono, non devono più camminare insieme nell’accesso alla carriera, nella progressione della carriera, nella condivisione dei meccanismi di carriera.
Il “processo equo” si realizza solo nella assoluta equidistanza tra i soggetti processuali. Il Giudice non può e non deve compartecipare in alcun modo della vita professionale dell’Accusatore e viceversa. Invece oggi la promiscuità all’interno del CSM determina vicinanze che sono perniciose per la stessa idea sacrale di “terzietà”.
La separazione delle carriere deve essere attuata senza tentennamenti, senza addolcimenti, senza mediazioni di sorta.
Il cittadino giudicato deve sapere che, al di là della dialettica, del conflitto naturale  tra difensore e accusatore, il Giudice è solo, autenticamente solo, con la sua coscienza, in autonomia e libertà!  Libero da interdipendenze e connessioni di sistema. Giudice al di sopra di ogni sospetto.

La nuova battaglia per una Giustizia Giusta non potrà mai prescindere da questo.  Senza questo passaggio obbligato saranno solo parole, talmente inutili che se le porterà via il primo vento di passaggio.

(fam)

giovedì 6 febbraio 2014

Magistratura: Senza separazione delle carriere nessuna riforma avrà senso.

Credo sempre, fino a prova contraria, nella buona fede del Giudice; e se auspico la separazione della sua carriera da quella del PM lo faccio,sopratutto, per tutelare la sua libertà e la sua autonomia. Finché Giudici e Pubblico Ministero condivideranno lo stesso organo di disciplina e si giudicheranno a vicenda , non potrà mai esserci una reale indipendenza del giudicante rispetto all'accusatore. E' una banalissima questione di DNA comune. Se non lo scindi tende ad accorparsi,inesorabilmente. Un Paese dove il Giudice ed una delle parti processuali hanno frazioni massicce di DNA comune non è un Paese con un processo equo e giusto. Ciò che nasce "anomalo" non può morire perfetto!