lunedì 15 settembre 2014

Buonanotte,Eccellenza! O della separazione delle carriere..(fam)




PM:                         Ciao,Eccellenza!
Giudice:                  Chi è lei??
PM:                         Mi dai del Lei?
Giudice:                  Non la conosco!
PM:                         Oh! mi conosci fin troppo bene.. sono te!
Giudice:                  Sei me?
PM:                         Ero te!
Giudice:                  E quando?
PM:                         Prima…
Giudice:                  Ssst! potrebbero sentirci..
PM:                         Non ci sente nessuno, non c’è nessuno…siamo soli.
Giudice:                  Cosa vuoi da me? Adesso io..insomma, lo sai, sono diverso…
PM:                         Ahahahah ti prego,risparmiati questa storia assurda. Tu sei me. Io sono te! E’ inevitabile.
Giudice:                  Ma è passato molto tempo, ormai io giudico..
PM:                         Certo tu giudichi! Ma non dirmi che sei cambiato…ogni tanto ti leggo.. sei arrivato in alto.
Giudice:                  Davvero mi leggi?
PM:                         Si, ed è sempre un piacere!
Giudice:                  Mi lusinghi…
PM:                         Io sono te! Non dimenticarlo.
Giudice:                  Sicuro che non ci sente nessuno?
PM:                         Tranquillo. Nessuno. E nessuno può sospettare. La tua indipendenza è ……insospettabile!
Giudice:                 Questo è vero!
PM:                        Sono contento che non hai dimenticato le nostre chiacchierate, le nostre riflessioni, le nostre idee..
Giudice:                 Dici?
Pm:                        Ti leggo!
Giudice:                 Si vede così tanto?
PM:                        No, sei bravo! Ma il fatto è che io sono te e tu sei me… Come potresti ingannarmi?
Giudice:                 Già!
PM:                        Già!
Giudice:                 Verrai ancora a trovarmi?
PM:                        Tutte le volte che vuoi! Tutte le volte che ce ne sarà bisogno..
Giudice:                 Bene! Ora non fare rumore quando esci…sii prudente!
PM:                        Lo sarò. Buona notte Eccellenza,

Giudice :                Buona notte!

giovedì 11 settembre 2014

Note a margine del processo Pistorius.


Thokozile Masipa è giudice dell’Alta Corte di Giustizia del Sud Africa. Donna e di colore. Nata a Soweto,conosce fin troppo bene l’Apartheid. Nelson Mandela l’ha prescelta personalmente per l’alto incarico.
Da mesi è il Giudice di uno dei processi a più alto tasso mediatico: l’omicidio premeditato di una giovane donna. Imputato del delitto il fidanzato, Oscar Pistorius.
Thokozile Masipa ha iniziato a leggere, oggi, il lungo verdetto motivato.
Di sicuro Oscar Pistorius  è stato giudicato non colpevole (not guilty) per il capo d’imputazione principale: omicidio premeditato. Forse,domani, giungerà la condanna per omicidio colposo, ipotesi ovviamente graduata e ben diversa da quanto l’accusa sperava. La pena potrebbe essere tra i 5 e i 10 anni. Difficilmente toccherà il massimo di 15 anni.
Una vittoria indiscutibile per la difesa sostenuta dall’eccellente avvocato Barry Roux.
Possiamo però sin da ora riflettere su alcuni dati:
Il Giudice Masipa nella lettura del verdetto ha via via escluso alcuni punti che costituivano, invece, i capisaldi dell’accusa. Spaziando dal dolo eventuale all’aberratio ictus, con una lezione di Diritto penale davvero meticolosa e convincente , ha finito per affermare che “l’accusa non ha fornito prove convincenti per affermare l’esistenza di una volontà di uccidere”.
Già, perché secondo principio di civiltà deve essere l’accusa a fornire tale prova, in difetto l’imputato non può essere condannato e la difesa vince.
Il Giudice non può “puntellare” il lavoro dell’Accusa.
Vige un sistema secondo il quale il Giudice è realmente terzo ed equidistante dagli avvocati di accusa e difesa. Imparziale. Osserva,partecipa silenzioso (salvo vigilare sulla correttezza dell’operato delle parti) e poi trae le sue conclusioni motivandole.
Questa sua “alterità” rispetto ai “contendenti” non è nemmeno messa in discussione tanto è acquisita al patrimonio del processo tipicamente accusatorio.
Insomma, non troverete mai un giudice Masipa nelle aule di Giustizia italiane. Né Thokozile Masipa si sognerebbe di venir mai in Italia a fare il giudice!
In Italia il Giudice fa la stessa carriera dell’accusatore. In Italia il Giudice è a sua volta giudicato da un organo di auto-governo dove può sedere chi ,di mestiere, fa l’accusatore. Insomma una cosa innaturale per le abitudini del giudice Masipa!
Quando, giovani avvocati, salutammo l’avvento del nuovo codice di procedura penale ci immaginammo qualcosa di simile a quanto accade nei processi di tipo accusatorio (l’accusa e la difesa hanno pari potere davanti al giudice che decide in autonomia).
Illusi! Non facevamo i conti con questa “consanguineità ideologica” tra Giudice e Accusatore. Il risultato è un processo che pure ispirato ,ora, costituzionalmente alla “parità della armi” continua ad essere sostanzialmente condizionato da questa “consanguineità ideologica” tra chi accusa e chi decide. Spesso, il Giudice supplisce alle carenze dell’accusa. Il risultato è che il processo viene sottratto alle parti e diventa il processo del Giudice. O del Giudice che supplisce alle lacune dell’accusatore.
Chiunque, in questo Paese, debitamente informato del nostro sistema processuale penale lo respingerebbe come ingiusto già da queste considerazioni basilari.
Forse la colpa è di noi giuristi che non siamo riusciti a far capire , alla gente comune, questa dicotomia di fondo: il giudice che deve essere imparziale appartiene allo stesso genus dell’accusatore. Infatti, chi mai potrebbe accettare la giustezza di tale soluzione?
Nella speranza che un giorno anche il nostro sistema processuale acquisisca i rudimenti minimali che connotano un processo “giusto ed equo”  limitiamoci a vederlo realizzato in casa d’altri.  Ad esempio in Sud Africa, da una Giudice donna e di colore per la quale è naturale essere “terza ed imparziale” in un processo realmente accusatorio.

 avv.Francesco Antonio Maisano