lunedì 7 settembre 2015

Separazione delle Carriere: il lapsus di Violante.


Nella sua lunga intervista a “il Foglio” apparsa sabato, Luciano Violante, un tempo maitre a penser di certa magistratura combattente, alla domanda circa la prospettiva della separazione delle carriere in magistratura ha risposto che non è un’ opzione praticabile, perché “avremmo due corporazioni invece di una”.
Violante, da qualche anno, invero, assai bipartizan, non si è accorto che così rispondendo ha finito per dare una risposta contraria ai suoi desiderata diventando involontariamente sponsor proprio di ciò che osteggia.
Un’unica “corporazione” che ingloba al suo interno chi accusa e chi decide è innaturale.
Il corollario di tale innaturalità è che chi accusa si trova spesso a decidere della progressione in carriera di chi giudica, nell’ambito di consessi a composizione mista.
Ucpi ha nel suo DNA la separazione della carriere perché i penalisti sperimentano ogni giorno, sul campo, le derive più perniciose di tale commistione.
E’ arrivato il momento di andare oltre la denuncia del problema, oltre la critica serrata alla “inattuazione” del principio costituzionale di “parità delle armi” rispetto al giudice terzo.
Dalla nostra capacità di interloquire ,ora, direttamente con la gente e condurre in prima linea questa battaglia di civiltà giuridica saremo giudicati
dalle nuove generazioni.
Esistono “buone battaglie” che vanno combattute comunque e sempre.
La battaglia per il giudice terzo ed autonomo dall’accusatore deve tornare ad essere il nostro faro, la nostra missione.
Per questa battaglia varrà la pena impegnare ogni energia, con ritrovata unità! Il resto dipenderà solo dalla nostra capacità di volere.

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