giovedì 31 ottobre 2013

Criticare quanto operato dal ministro Cancellieri è obbligo morale per ogni avvocato.



Sono un avvocato penalista che da ormai quasi 28 anni difende gente comune. Si, proprio quella gente che spesso in carcere non riceve nemmeno la visita di una familiare, né il conforto di un affetto. Gente comune che magari trascina la sua vita in attesa di una relazione degli educatori, o di un provvedimento che gli dia la libertà.
Premetto che non mi interessa cosa abbia o non abbia fatto in concreto il Ministro Cancellieri per la detenuta della quale tanto si parla in queste ore. Non è questo che rileva.
Ciò che rileva è che un ministro della Repubblica, stimolato dall' intervento telefonico diretto del  familiare di un detenuto -familiare a lei molto noto!- non avrebbe dovuto fare alcunché ,  anzi.. avrebbe dovuto interrompere persino la telefonata. Non si deve dar corso a ciò che non si può ugualmente consentire a tutti gli altri nella stessa situazione. Ciò anche al fine di evitare malintesi e strumentalizzazioni future. I miei clienti non hanno l'utenza personale del Ministro. I congiunti dei  miei clienti in carcere forse nemmeno sanno chi sia il Ministro di Giustizia. In compenso ,però, sanno di sicuro che ad oggi almeno 12600 persone sono un carcere senza nemmeno una sentenza  di primo grado. Vale a dire che ci sono 12.600 potenziali innocenti privati della libertà personale.  Molti di loro si astengono dal cibo per protesta, alcuni muoiono nel silenzio, altri forse un giorno usciranno dal tunnel ma saranno segnati per sempre. Il Ministro dia il suo numero di telefono anche a loro, ai loro figli, alle compagne, a qualcuno che li conosce, ai tanti che non sanno nemmeno della loro esistenza. Magari passi al telefono un pò del suo tempo anche con loro. Ma se non potesse farlo,per comprensibili ragioni pratiche , allora forse è il caso che non parli con nessuno. Men che meno con gente che conosce e con la quale ha avuto personale familiarità. Non sarà tacciata di essere insensibile. Sarà solo equanime ed equidistante. Com'è giusto che sia!

avv.francesco antonio maisano
cassazionista,avvocato in bologna

Appello al Ministro Cancellieri sul Caso Ligresti.

http://youtu.be/hx7ltn0e_aU

Ministro Cancellieri, dia una risposta al Paese!

L'articolo de "La repubblica" sul caso Cancellieri-Ligresti


E' giusto che un Ministro di Giustizia si preoccupi dello stato di salute dei detenuti italiani. E' principio di umanità da apprezzare. E' invece abbastanza singolare che il Ministro si interessi direttamente per UNA detenuta, con contatti telefonici diretti. Credo che il Ministro Cancellieri debba presentarsi immediatamente in Parlamento e spiegare al Paese le ragioni del suo gesto che ,al momento, appaiono quanto meno discutibili. Chiarisca anche, il Signor Ministro, se risponde al vero che uno dei suoi figli sia stato in passato dipendente o collaboratore del Gruppo Ligresti.

Francesco Antonio Maisano
bologna

martedì 29 ottobre 2013

Preghiera per Francesco

Oh Signore,
a noi che cerchiamo la Tua Luce
camminando, spesso, per strade buie e solitarie;
a noi che cadiamo e con fatica ,ogni volta, ci rimettiamo a camminare;
a noi che siamo piccoli davanti a misteri così grandi,
come passeri che cercano rifugio tra alberi secolari;
concedici di non arrenderci,
di non rassegnarci,
di non fermarci lungo il cammino della vita.
Mantienici la Tua amicizia anche quando siamo lontani da Te.
Sostieni la Tua Chiesa ed in modo particolare  Papa Francesco.
Aiutalo con la Tua presenza forte lungo il sentiero dell’evangelizzazione,
del richiamo alla Pace.
Mantienilo forte e saldo baluardo,
in nostra difesa, lungo queste strade che spesso affaticano.
Confortalo e assistilo,
affinché possa confortare ed assistere.
Tu che Sei Onnipotente, ascolta la nostra preghiera.
Così sia.






Francesco Antonio Maisano


giovedì 17 ottobre 2013

La vera emergenza? La carcerazione preventiva senza colpa!

Silvio Scaglia, fondatore di Tiscali e Fastweb si fa 80 giorni di carcere e un annetto di arresti domiciliari. Oggi è stato assolto assieme ad altri 6 innocenti. Il discorso è sempre quello iniziato qualche giorno fa: il vero scandalo di questo Paese è la custodia cautelare ancora troppo suscettibile di violentare la vita di innocenti. È questa la vera emergenza e occorre cambiare. Subito. Prima di parlare di indulto ed amnistie varie occupiamoci dei 12.300 potenziali Scaglia che in questo momento si trovano incarcerati senza neanche un processo di primo grado!

Il reato di "negazionismo" e le...chiacchiere da bar.










Nelle ultime ore mi è capitato di leggere le teorie più disparate in relazione agli “effetti perversi” di una eventuale introduzione del reato di “negazionismo” all’interno del nostro codice penale.
Ho letto che si punirebbero le opinioni; che sarebbe morta la libertà di espressione; che tutti saremmo un po’ meno liberi.
Insomma è passata una visione secondo la quale: se due amici un po’ brilli dentro un bar, parlottando tra di loro, mettono in discussione l’esistenza dei campi di concentramento nazisti vengono portati in cella senza passare dal via.
Io credo sia il caso di mettere un po’ di ordine, prima di decidere se si tratta di un reato “che punisce la libera circolazione del pensiero”, come anche ho letto da qualche parte.
Il nostro sistema penale conosce già reati di istigazione ed apologia. L’art. 414 C.p. punisce chi “pubblicamente” istiga a commettere reati ed anche chi, pubblicamente, fa apologia di uno o più delitti.
Fermiamoci appunto sul concetto di “apologia”.
La giurisprudenza della Suprema Corte ha più volte sancito che l’apologia di uno o più reati non si concretizza solo “nell’esternazione di un giudizio positivo su un episodio criminoso” occorre invece che la modalità di compimento porti ad un “rischio non teorico ma effettivo della consumazione di altri reati” (Sez.Ia, n.8799/1999) .
Ancor di più viene specificato che ,stante la natura di delitto contro l’Ordine Pubblico, anche se il turbamento (dell’Ordine pubblico..) non deve essere accertato in concreto, occorre che lo stesso sia positivamente riscontrato (nella sua potenzialità..) attraverso un giudizio ex ante.
Insomma non tutte le manifestazioni di pensiero sul c.d. negazionismo rischiano di richiamare l’attenzione del rimprovero penale, devono essere suscettibili di ledere il bene giuridico protetto (l’ordine pubblico), essere pertanto “pubbliche” e dunque destinate all’ampia diffusione.
L’introduzione  del “nuovo reato di negazionismo” attraverso la modifica del già esistente comma 4 dell’art. 414 C.p. non è altro che una “specificazione” che si muove all’interno della cornice generale dell’istigazione od apologia.
La nuova addenda prevede un’area di punibilità per “chi nega l’esistenza di crimini di genocidio o contro l’umanità”.
Pretendere di dare un giudizio sul questa addenda all’art.414 ignorando quanto sino ad ora sviluppato  dalla giurisprudenza anche costituzionale (C.Cost. n.65 del 1970) pare essere un fuor d’opera. Lascia intendere che venga punito l’estemporaneo discorso tra due o tre “stupidotti” che negano l’esistenza dei campi di sterminio piuttosto che delle foibe o dei martiri dello stalinismo.
Così non è e non credo sia mai stato oggetto di valutazione per il legislatore.
Ci muoviamo nell’ambito di delitti che affliggono l’Ordine Pubblico, sia pure mettendolo solo in pericolo.
E’ necessaria pertanto che la negazione del crimine di genocidio avvenga pubblicamente nell’ambito di attività che possa essere potenzialmente volta all’istigazione. Anche nelle forme dell’apologia il reato di negazionismo prevedrebbe “la messa in pericolo della pubblica convivenza”. Sarebbe richiesto il dolo generico, ovvero la consapevolezza che la “negazione” del crimine di genocidio  fatta in ambito pubblico possa avere effetti istigativi e apologetici (per tutte: Cass.n.964/1964).
Insomma l’area di punibilità richiede un’offensività che va ben oltre la chiacchiera tra amici o la conversazione salottiera!



Francesco Antonio Maisano
      avvocato in bologna

giovedì 10 ottobre 2013

No caro Ingroia , non ci siamo!




Non amo particolarmente seguire le gesta di ex magistrati che si reinventano avvocati invece di godersi la pensione. Ne rispetto la libertà di intrapresa ma non ci perdo il sonno, insomma.
Mi dicono che il nuovo avvocato,ex pubblico ministero,ha affermato che non difenderà mai i "cattivi" ma solo le vittime.
Mi piacerebbe ricordare al neo-avvocato, che il migliore di noi penalisti ,tale Simone di Cirene , non sapeva assolutamente che quell'uomo con la Croce che fu costretto ad  aiutare fosse Dio. Lo credeva solo un malfattore, condannato a morte per reati comuni.
E assolse pienamente al suo impegno.
Diventando per la Storia un Avvocato vero. Il migliore di noi!

(fam)

La carcerazione senza colpa accertata!

Di estrema attualità in queste ore il tema del sovraffollamento carcerario. La Corte europea per i Diritti dell'Uomo ha sancito che il nostro sistema carcerario è ampiamente "fuori dalle regole" di civiltà minimale.
Personalmente, ed ancora una volta, torno sulla problematica della Carcerazione Preventiva. La privazione della libertà nella sua forma di massima sofferenza (il carcere,appunto) per chi deve essere considerato "presunto non copevole" secondo la nostra Costituzione, è difficilmente accettabile. L'abuso che se ne fa  è ,invece, completamente inaccettabile!
Va affrontata con decisione la modifica dell'attuale assetto normativo che non segnala a sufficienza come la scelta "carceraria" debba considerarsi effettivamente eccezionale e da limitarsi a casi di straordinaria e conclamata pericolosità
La regola da affermare è che in assenza di sentenza di condanna l'imputato può permanere all'interno del carcere solo in casi di reale emergenza dovuta a pericolosità conclamata. Purtroppo non è ciò che accade oggi.
Da qui la mia proposta di modifica dell'art. 275 C.p.p. che potrebbe costituire un passo avanti.

ps) Al momento sono detenuti nelle prigioni italiane 12.333 persone che non sono state ancora giudicate nemmeno in primo grado!!
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Proposta di Riforma dell'art. 275 C.p.p.

giovedì 3 ottobre 2013

LAMPEDUSA, 3 ottobre 2013



Sogni spenti,
ormai non più sognati,
a faccia in giù nel mare.
Mare che ti portava alla speranza,
ora ti culla senza una parola.
Dove sei ora?
Dove piangi ora? 
Galleggi senza sosta 
cullato nel silenzio.
Silenzio che non grida.
Silenzio che ci incolpa.

(fam 3 ottobre 2013)