giovedì 15 novembre 2012

Trattatello di gatti e giudici....


Trattatello di gatti e giudici…. (fam)


Un avvocato non finisce mai di imparare! Ecco perché siamo (dobbiamo essere…) legati ai nostri Maestri. Ci insegnano sempre, anche quando iniziamo a volare con le nostre ali.
Man mano che andiamo avanti nella bellissima avventura che è la “conquista della convinzione altrui” scopriamo quanto sia vero l’assioma: “il processo è il giudice”.
La Giustizia umana è “fatta” da esseri umani, con le loro debolezze, i tic, le paturnie, i modi di porsi e di recepire.
La “conquista del consenso” non può non partire dalla conoscenza di chi si vuole conquistare.
Creare da subito “antipatia” non è certo una brillante strategia nella lotta mirabile verso l’assertività.
Come nel mondo animale, l’imprinting giudiziario andrebbe studiato. Forse nel solitario meditare molti di noi lo hanno fatto e lo fanno. Alcuni credono che sia un’arte. Ed io tra loro.
Per questo mi ispirerò all’amico gatto. Sì, quell’esserino peloso che conosciamo sempre assai poco! Molto meno di quanto dovremmo. Conoscendo il gatto possiamo conoscere il lato nascosto dell’essere umano. Il gatto è la nostra zona d’ombra. Conquistala e avrai le chiavi dell’intimità altrui.
Il Giudice va trattato come un gatto!
Sono arrivato a questa conclusione dopo averne visti tanti e di varie tipologie. Nella diversità di pelo e lignaggio tutti, però, avevano in comune un aspetto: la diffidenza verso l’avvocato.
Il Giudice diffida di te esattamente come il gatto diffida della tua prima carezza.
Se sbagli verso, intensità, momento, sei spacciato. Hai perso non solo il consenso ma lo stesso rapporto. Una  rottura insanabile e definitiva. Dolorosissima.
Ecco perché abbiamo poco tempo per iniziare un approccio che, se felice, potrà aiutarci nel prosieguo del cammino, se sbagliato ci perderà definitivamente. Con risultati amari.
Il gatto va accarezzato per il suo verso. Regola aurea. Fatto notorio.
La carezza non può partire sgradita o sorprendente! Se il gatto è sorpreso scappa, quando non graffia!
Così il giudice. L’ imprinting pertanto non sarà mai fisico. Non inizialmente. Sarà invece simbiotico. Assertivo. Emozionale, ma a distanza.
Si comincia col valutare il “bersaglio” e si cerca, per quanto possibile, di non creare discrasie. L’ osservazione iniziale è tutto. Il passo successivo sarà la riproposizione  speculare del “quid” altrui. Quale possa essere il “quid” è poi l’arte stessa dell’approccio. Ovviamente non ve la svelerò. Sarebbe inutile perché legata a mille variabili che solo un’acutezza allenata potrà cogliere.
Conquistato il primo stadio dell’ imprinting si procederà con assoluta levità verso il secondo: la riproposizione. Fare proprio quel “quid” cercando di non sublimarlo. Anzi, possibilmente restando nel sottotraccia. Understatement, direbbe un navigato barrister. Proporlo all’autore originario con la soavità che non lasci pensare allo scimmiottamento. Se ci si riesce siete a metà dell’opera.
Una volta conquistata l’empatia proseguiremo verso il raggiungimento della meta intermedia : la prima carezza.
La prima carezza è come il primo bacio, sbagli momento, modalità, caratura e l’amore è finito senza nemmeno sbocciare. Non potrà mai essere nemmeno ricordo tanto sarà grande il peso del fallimento. Frustrante come una porta sbattuta in faccia, come uno sguardo nemmeno ricambiato. Il gelo di un inverno perenne senza speranza di primavera.
La prima carezza non la farete mai voi, non nell’intenzione, almeno! Vi sarà richiesta. Voi la farete esattamente quando sarà attesa. Il tempismo e l’intensità sono coniugati indissolubilmente. Il giusto momento, la giusta carezza. Il primo dovrete saperlo cogliere, la seconda dovrete saperla fare.
La prima carezza…ah quanto impegnativo quel tocco atteso per essere giudicato, analizzato spietatamente e solo dopo, forse, finalmente gradito!
Mai contropelo, ovvio, e lo sappiamo già!
Mai intrusivo che dia l’idea del possesso vantato.
Mai sfuggente che denoti ritualità.
La carezza deve comunicare lealtà, verità, condivisione .
Anzi, ancor di più: Purezza d’intenti!
Il successo della prima carezza abbasserà la guardia iniziale di chi ora state accarezzando. E’ fatta! 
Siete entrati oltre le originarie difese, i cavalli di frisia sono vinti, non c’è altro che da proseguire nell’alternarsi tra invito e dono. Il resto della storia, tocca a voi scriverla…



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