Confesso: sono di parte. Ho amato
in Grecia e pertanto amo la Grecia per proprietà transitiva.
Ne amo i colori, l’humus,l’odore.
Amo la cultura e l’umanità apparentemente isolata in mezzo mare che la circonda
per intero e la rende solida tra il fluttuare dell’acqua. Sono richiami
ancestrali. Li senti se li senti. C'est un affaire privè.
La Grecia è caduta! Lo leggo in
questi giorni in bollettini semi-clandestini. E’ come se l’Europa avesse paura
del suo stesso fallimento e relegasse la “verità” al segreto impronunciabile. La
disoccupazione sfiora ormai il 30% del totale. Di questo 30 il 60 sono giovani.
Quando neghi il futuro ai giovani non hai futuro. I tutori franco-tedeschi che
hanno succhiato il midollo dei greci imponendo vendite di armi inutili ora si ritrovano
a riscuotere capitali e interessi in
lacrime e sangue.
Il costo energetico è balzato
alle stelle e per riscaldarsi ad Atene bruciano talmente tanta legna che l’inquinamento
è ormai emergenza. La Caritas internazionale ha segnalato il pericolo di
malnutrizioni tra i bambini. La chiamiamo Europa ma è già terzo mondo.
Io non posso immaginare l’Europa
senza la Grecia. E se l’Europa uccide la Grecia,tanto meglio che muoia l’Europa.
Ma io,ripeto,sono di parte. Ho la faziosità del sentimento, non posso
arrendermi alla logica dei numeri. E poi: che logica c’è nei numeri quando non
moltiplicano ma sottraggono? E’ una logica pauperista, una cattiva logica.
E noi italiani, in tutto ciò ,
che ruolo abbiamo? Parteggiamo per il fratello in difficoltà o diamo manforte
alla logica della sottrazione? Come se fossimo talmente forti da non dover
temere di essere noi stessi i prossimi deboli da sottrarre. Stolti! Avventati!
Spero che gli spiriti liberi
decidano di ribellarsi a questa Europa dei contabili che se ne frega della
Storia, del sentimento, del cuore.
E spero che questi spiriti liberi
possano uscire dalla clandestinità e rompere le barriere del silenzio complice.
(fam,febbraio 2013)