martedì 11 febbraio 2014

Lettera a un avvocato di Cagliari.




Caro amico ti scrivo, così smetto di distrarmi e mi concentro su quello che stai facendo, tu ed altri colleghi della tua Terra.
Da quando siete partiti con la vostra battaglia la novità è che, da questa parte del continente, di qua dal mare, abbiamo cominciato a parlarne.
E si sente di tutto.
C’è chi ha deciso di stare con voi e chi, inguaribilmente amante dello status quo, tifa per un vostro ammorbidimento. Lo considera naturale, dice che tutto finirà per decantarsi da solo.
Ho saputo che la Commissione di garanzia vi ha intimato di rivedere la vostra delibera sull’astensione. E’ solo un caso che l’estensore sia un vecchio Pubblico Ministero?
Comunque, come ti dicevo, da queste parti… parliamo. Ovviamente ho sentito anche dire che la vostra proverbiale “testa dura” alla fine potrebbe persino avere la meglio ed essere da traino per gli altri che stanno alla finestra.
Non ti nascondo che mi avete spiazzato! Il riferimento che avete fatto alla “difesa di principi costituzionali” mi ha colpito.
Ma in effetti solo leggendo l’art. 24 della Costituzione c’è da capire perché vi siete tanto arrabbiati.
“tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti…”, sì ,certo, ma se poi l’accesso alla giustizia diventa un percorso di guerra hai voglia a declinare la Costituzione! Se la Giustizia diventa accessibile solo ai ricchi la Costituzione piange!
Vai avanti nella lettura e trovi che “la difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento” , poi incontri davanti al Tribunale il giovane collega che con dignità e sacrificio veste la Toga della difesa d’ufficio e ti mostra tra le mani un decreto di liquidazione di 50 euro per un’udienza per la quale ha studiato due giorni.
Ah.. se poi fai un salto di un centinaio di articoli arrivi al 111! Processo equo in condizioni di parità! Ma come fa ad essere equo un processo nel quale chi decide svolge lo stesso percorso di carriera di chi accusa? Viene magari giudicato ,in una commissione disciplinare promiscua, da chi per funzione accusa. E viceversa. E l’autonomia? E la libertà da ogni condizionamento? Un mistero, ma di quelli grossi, enormi. Un mistero della fede (perdonami la f minuscola..).
Insomma capirai che da queste parti, anche se molti con forme di esasperato snobismo, tifano per il vostro fallimento io invece mi sento un po’ impotente.
Vorrei essere lì con te. Magari finirà che prendo una nave, una barca a vela così sarà il vento a spingermi dalle tue parti. Sono romantico, dici, e invece c’è bisogno di azione?? Già, hai proprio ragione! Ma forse mi sono arrugginito col tempo, e lo sforzo tuo e degli altri amici mi ha generato un profondo senso di colpa.
Ora ti lascio. Perdonami se ho scelto di scriverti, forse ti aspettavi qualcosa di diverso da una semplice lettera di incoraggiamento. Chiuderò la busta e mi sentirò in colpa perché forse dovrei fare come te. E chi può dire che, andando avanti, non ne trovi il coraggio? Intanto ti abbraccio. Abbracciami tutti gli altri e mandami tue notizie appena potrai.

Tuo,Francesco.

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