martedì 6 marzo 2012

Riportiamo a casa i nostri "Marò"!

Ci sarà tempo e modo per affrontare con la dovuta ponderazione ogni aspetto di questa intricata vicenda.

Ci si dovrà interrogare,sicuramente, su chi abbia dato l’ordine di entrare in acque interne indiane dopo che le condotte imputate ai nostri soldati si erano realizzate interamente in acque internazionali.

Non v’è dubbio che con il comportamento scellerato di chi ha dato l’ordine di entrare in acque territoriali indiane, originando così l’arresto dei nostri connazionali, ci si è imbucati in modo dilettantesco nella trappola prevista dall’art.27 nr.5 della Convenzione ONU di Montego Bay, ratificata dall’Italia con legge nr. 689 del 1994. Tale articolo dispone che la giurisdizione penale a bordo di nave straniera può essere esercitata dallo stato costiero, per reati commessi prima dell’ingresso della nave nel mare territoriale, solo a condizione che la stessa nave entri poi in acque interne (dello stato costiero.).

L’ingresso della nostra nave nelle acque interne indiane è stata pertanto una scelta scriteriata della quale bisognerà chiedere conto e ragione a chi l’ha imposta!

Purtroppo,come detto, questa è una convenzione internazionale alla quale hanno aderito sia l’Italia che l’India e rappresenta pertanto un punto a nostro sfavore.

Resta il principio di diritto interno italiano (Codice della Navigazione RD nr. 327del 1942) che prevede all’art. 4 il ben noto principio secondo il quale: “Le navi italiane in alto mare e gli aeroplani italiani in luogo o spazio non soggetto alla sovranità di alcuno Stato sono considerati come territorio italiano”.

E’ di tutta evidenza che non possiamo imporre il Codice della Navigazione italiano all’India ma possiamo sicuramente pretendere che in sede internazionale si apra un dibattito urgente sulla detenzione di due militari che “in suolo italiano” hanno esercitato la difesa (sia pure putativa..) su parti del territorio statuale in acque internazionali.

Insomma, molto più che il Diritto deve essere ora la Diplomazia e la Politica a raggiungere il risultato improcrastinabile: la restituzione dei Nostri Ragazzi alle proprie famiglie e al proprio Paese.

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